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Neonisidina 12 compresse caffeina acetilsalicico 004558185
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NEO NISIDINA COMPRESSE
1 compressa contiene:
principi attivi: acido acetilsalicilico 250 mg, paracetamolo 200 mg, caffeina 25 mg.
Per l'elenco completo degli eccipienti vedere paragrafo 6.1.
Compresse
Trattamento sintomatico di mal di testa, nevralgie, mal di denti, dolori mestruali, dolori articolari, stati febbrili e sindromi da raffreddamento.
Adulti: da 1 a 4 compresse al giorno. L'assunzione per via orale deve avvenire a stomaco pieno. Non superare le dosi consigliate, in particolare i pazienti anziani devono attenersi ai dosaggi minimi sopraindicati.
NEO NISIDINA deve essere usata solo dietro consiglio del medico, il quale dovrà accuratamente valutare il rapporto tra i benefici attesi ed i rischi possibili, in caso di:
L'uso di analgesici (antidolorifici), soprattutto ad alte dosi, può causare mal di testa che non deve essere trattato con dosi maggiori del farmaco.
L'uso corretto di questo medicinale, non espone al rischio di una sindrome da astinenza; è bene sapere, tuttavia, che la brusca interruzione di una terapia prolungata con analgesici ad alte dosi può causare una sindrome da astinenza (per esempio mal di testa, stanchezza, nervosismo), che tipicamente si risolve in pochi giorni. In questi casi l'uso di antidolorifici può essere ripreso solo sotto stretto controllo medico.
I soggetti di età superiore ai 70 anni, soprattutto in presenza di terapie concomitanti, devono usare questo medicinale solo dopo aver consultato il medico.
Non somministrare per oltre 3 giorni consecutivi senza consultare il medico. Se il dolore o la febbre persistono o peggiorano, se si manifestano sintomi nuovi o se sono presenti arrossamenti o gonfiori, si deve consultare un medico perché questi potrebbero essere segni di un aggravamento della patologia in atto.
L'uso abitudinario di antidolorifici può causare a lungo termine un danno renale permanente che può portare all'insufficienza renale (nefropatia da analgesici).
L'acido acetilsalicilico può diminuire l'escrezione di acido urico e scatenare un attacco di gotta in soggetti suscettibili.
L'uso di acido acetilsalicilico può mascherare i segni di una infezione.
Questo medicinale contiene acido acetilsalicilico, paracetamolo e caffeina; prima di assumere qualsiasi altro farmaco controllare che non contenga anch'esso paracetamolo poiché se questo principio attivo è assunto in dosi elevate può causare gravi effetti indesiderati. Per prevenire il sovradosaggio, evitare la somministrazione contemporanea di altri farmaci contenenti paracetamolo.
L'uso contemporaneo di farmaci contenenti antidolorifici o antipiretici (antifebbrili) o antiinfiammatori non steroidei può essere dannoso per la salute. Se si sta già usando uno di questi farmaci NEO NISIDINA può essere assunta solo dopo aver interrotto il precedente trattamento ed aver consultato il medico.
L'uso non corretto del medicinale (per dosi o per durata superiori e quelle indicate) può provocare gravi danni, particolarmente a carico del fegato, dei reni o del sangue, che potrebbero mettere a rischio la vita del paziente.
Questo medicinale è controindicato nei bambini e negli adolescenti di età inferiore a sedici anni ma nel caso si sospetti una infezione virale, quale ad esempio l'influenza, NEO NISIDINA non deve essere usata nemmeno negli adolescenti di età compresa tra i 16 e i 18 anni (vedere paragrafo 4.3).
In questi soggetti vi è il rischio che si sviluppi la sindrome di Reye, una malattia rara, ma pericolosa per la vita. La sindrome di Reye è caratterizzata da una encefalopatia non infettiva e da insufficienza epatica e tipicamente si manifesta dopo la scomparsa dei segni acuti di una infezione virale (quali varicella o influenza). Le manifestazioni cliniche includono vomito, mal di testa e perdita di coscienza.
L'uso di NEO NISIDINA, come di qualsiasi farmaco inibitore della sintesi delle prostaglandine e della cicloossigenasi è sconsigliato nelle donne che intendano iniziare una gravidanza.
La somministrazione di NEO NISIDINA dovrebbe essere sospesa nelle donne che hanno problemi di fertilità o che sono sottoposte a indagini sulla fertilità.
Informazioni importanti su alcuni eccipienti
Il medicinale contiene Lattosio - i pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, deficit totale di lattasi o da malassorbimento di glucosio/galattosio non devono assumere questo medicinale.
Acido acetilsalicilico
L'acido acetilsalicilico può aumentare gli effetti e il rischio di tossicità di:
L'acido acetilsalicilico:
Paracetamolo
La somministrazione di paracetamolo può interferire con la determinazione della uricemia (mediante il metodo dell'acido fosfotungstico) e con quella della glicemia (mediante il metodo della glucosio-ossidasi-perossidasi).
Anche a basse dosi, il paracetamolo può causare danni al fegato se somministrato con farmaci che provocano induzione enzimatica, per esempio alcuni farmaci ipnotici e antiepilettici (glutetimmide, fenobarbital, fenitoina, carbamazepina) e rifampicina. Lo stesso può verificarsi in caso di abuso di alcol.
Usare con estrema cautela e sotto stretto controllo del medico durante il trattamento cronico con farmaci che possono determinare l'induzione delle monossigenasi epatiche o in caso di esposizione a sostanze che possono avere tale effetto (per esempio rifampicina, cimetidina, antiepilettici quali glutetimmide, fenobarbital, carbamazepina).
Farmaci che rallentano lo svuotamento gastrico, come per esempio la propantelina, riducono la velocità di assorbimento del paracetamolo e ne ritardano l'insorgenza dell'effetto.
Farmaci che, invece, accelerano lo svuotamento gastrico, come la metoclopramide, portano ad un aumento della velocità di assorbimento.
L'associazione del paracetamolo con cloramfenicolo può prolungare l'emivita del cloramfenicolo, aumentandone il rischio di tossicità.
L'uso concomitante di paracetamolo e di AZT (zidovudina) potenzia il rischio di neutropenia indotta da quest'ultimo. Pertanto, si dovrebbe assumere NEO NISIDINA insieme ad AZT soltanto sotto controllo del medico.
Caffeina
La caffeina può antagonizzare l'effetto sedativo di diversi farmaci (es. barbiturici, antistaminici). Può anche aumentare l'effetto di tachicardia provocato da altri medicinali (es. simpaticomimetici, tiroxina). I contraccettivi orali, la cimetidina e il disulfiram, rallentano il metabolismo della caffeina nel fegato, i barbiturici ed il fumo lo aumentano. La caffeina riduce la escrezione della teofillina. La somministrazione concomitante di analgesici non aumenta il rischio che si sviluppi dipendenza.
La somministrazione di antibiotici chinolonici può ritardare l'eliminazione della caffeina.
Metamizolo
Il metamizolo può ridurre l'effetto dell'acido acetilsalicilico sull'aggregazione piastrinica, se assunto contemporaneamente. Pertanto, questa combinazione deve essere usata con cautela nei pazienti che assumono aspirina a basse dosi per la cardioprotezione.
Gravidanza
Durante il terzo trimestre di gravidanza, tutti gli inibitori della sintesi di prostaglandine possono esporre il feto a:
la madre e il neonato, alla fine della gravidanza, a:
Conseguentemente, NEO NISIDINA è controindicato durante il terzo trimestre di gravidanza.
La prolungata assunzione di elevate quantità di caffeina può indurre l'aborto spontaneo o la nascita prematura.
Paracetamolo:
Una grande quantità di dati sulle donne in gravidanza non indicano né tossicità malformativa, né fetale/neonatale. Studi epidemiologici sullo sviluppo neurologico nei bambini esposti al paracetamolo in utero mostrano risultati non conclusivi. Se clinicamente necessario, il paracetamolo può essere usato durante la gravidanza, tuttavia dovrebbe essere usato alla dose efficace più bassa per il più breve tempo possibile e con la più bassa frequenza possibile.
Allattamento
Il paracetamolo e i salicilati vengono escreti nel latte materno. Anche la caffeina è escreta nel latte materno e può influenzare lo stato ed il comportamento del bambino.
Un rischio per il lattante non può essere escluso.
L'uso di NEO NISIDINA durante l'allattamento deve essere evitato.
Occorre decidere se continuare/interrompere l'allattamento oppure continuare/interrompere la terapia con NEO NISIDINA tenendo conto del beneficio dell'allattamento per il bambino e del beneficio della terapia con NEO NISIDINA per la madre.
Non sono stati effettuati studi sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchinari.
Effetti indesiderati osservati a seguito della somministrazione di NEO NISIDINA.
In pazienti trattati nel corso di studi clinici controllati verso placebo con un'associazione a dose fissa di paracetamolo, acido acetilsalicilico e caffeina, sono stati riportati i seguenti effetti indesiderati, basati sull'esperienza di 1143 pazienti.
Disturbi psichiatrici: comunemente si può presentare nervosismo; raramente si può presentare agitazione.
Patologie del sistema nervoso: comunemente si possono presentare vertigini; raramente si può presentare tremore.
Patologie dell'orecchio e del labirinto: raramente possono presentarsi vertigini.
Patologie cardiaci: non comunemente possono presentarsi palpitazioni; raramente può verificarsi tachicardia.
Patologie gastrointestinali: comunemente possono presentarsi dolore addominale, dispepsia, nausea; non comunemente può presentarsi vomito; raramente possono verificarsi diarrea, esofagite.
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo: raramente può presentarsi iperidrosi (aumentata sudorazione).
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione: raramente può presentarsi fatica.
Per ogni singolo principio attivo della NEO NISIDINA, i possibili effetti indesiderati sono riportati di seguito:
Acido acetilsalicilico
L'acido acetilsalicilico può provocare disturbi epigastrici, nausea, vomito, ulcere gastroduodenali e gastrite erosiva che può portare a sanguinamento gastrointestinale grave. Tali effetti sono più probabilmente correlati alle dosi alte sebbene possano manifestarsi anche a basse dosi.
Quando si usano prodotti contenenti acido acetilsalicilico per periodi prolungati, può verificarsi anemia da carenza di ferro a causa del ripetersi di sanguinamenti nel tratto digerente.
Occasionalmente, possono manifestarsi reazioni allergiche (broncocostrizione, reazioni cutanee).
Patologie del sistema emolinfopoietico: frequenza non disponibile: aumentato rischio di sanguinamento (per esempio epistassi, gengivorragia) a causa dell'effetto antiaggregante che perdura per diversi giorni dalla sospensione del trattamento, trombocitopenia.
Disturbi del sistema immunitario: reazioni di ipersensibilità (inclusa ipotensione, dispnea, shock anafilattico, edema angioneurotico).
Patologie endocrine: molto raramente può verificarsi ipoglicemia.
Patologie del sistema nervoso: frequenza non disponibile: mal di testa, sonnolenza, confusione.
Patologie dell'occhio: frequenza non disponibile: disturbi visivi.
Patologie dell'orecchio: frequenza non disponibile: indebolimento dell'udito, tinnito (suono o rumore percepito dal paziente ma non generato dall'ambiente esterno), vertigini.
Patologie gastrointestinali: non comunemente può presentarsi diarrea; raramente può verificarsi ulcera gastrointestinale e sanguinamento; molto raramente può verificarsi perforazione gastrointestinale.
Patologie epatobiliari: molto raramente si possono avere aumento delle transaminasi, disturbi della funzionalità epatica.
Patologie della cute e del sottocutaneo: molto raramente si possono presentare gravi disturbi della cute (incluso eritema multiforme).
Patologie renali e urinarie: molto raramente si possono presentare disturbi della funzionalità renale.
Condizioni di gravidanza, puerperio e perinatali: prolungamento della gravidanza e del travaglio.
Paracetamolo
Patologie del sistema emolinfopoietico: molto raramente si possono presentare alterazioni dell'ematocrito, trombocitopenia, leucopenia, agranulocitosi, pancitopenia (diminuzione del numero delle piastrine, globuli bianchi, o di tutti gli elementi del sangue, globuli rossi inclusi).
Disturbi del sistema immunitario: molto raramente si possono presentare reazioni di ipersensibilità quali ad esempio eritema, orticaria, nausea, edema di Quincke, gonfiore, dispnea (difficoltà a respirare), e shock anafilattico.
Patologie respiratorie, toraciche e del mediastiniche: molto raramente si possono presentare broncospasmo nei soggetti allergici ai farmaci antinfiammatori non steroidei.
Patologie epatobiliari: raramente si può avere un aumento delle transaminasi.
Con l'uso di paracetamolo sono state segnalate reazioni cutanee di vario tipo e gravità inclusi rari casi di eruzioni cutanee su base allergica e casi di eritema multiforme, sindrome di Stevens-Johnson e necrolisi epidermica.
Sono state segnalate reazioni di ipersensibilità quali ad esempio angioedema, edema alla laringe, shock anafilattico. Inoltre sono stati segnalati i seguenti effetti indesiderati: trombocitopenia, leucopenia, anemia, agranulocitosi, pancitopenia, alterazioni della funzionalità epatica ed epatiti, alterazioni a carico del rene (insufficienza renale acuta, nefrite interstiziale, ematuria, anuria), reazioni gastrointestinali e vertigini.
In casi di iperdosaggio, per la presenza di paracetamolo, si può provocare citolisi epatica, che può evolvere verso la necrosi massiva e irreversibile.
Caffeina
La caffeina è uno stimolante del sistema nervoso centrale e può causare agitazione, insonnia, tremore, sintomi dispeptici e tachicardia.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette
La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.
Persone anziane, bambini piccoli, pazienti con disturbi epatici, alcolisti o persone malnutrite, così come pazienti che assumono contemporaneamente farmaci induttori enzimatici presentano un maggior rischio di intossicazione, anche con esito fatale.
Sintomi
L'ingestione di dosi eccessive di paracetamolo può provocare dopo 24-48 ore segni di tossicità identificabile in disfunzione epatica dovuta alla necrosi delle cellule epatiche fino al coma epatico, anche con esito fatale. Indipendentemente da questi fenomeni sono state descritte anche lesioni renali dovute a necrosi dei tubuli.
I sintomi dell'intossicazione da paracetamolo si manifestano in diverse fasi. Nella prima fase (1° giorno) i segni sono nausea, vomito, sudorazione, sonnolenza e una sensazione generale di malessere. Dopo un temporaneo miglioramento soggettivo, nella seconda fase (il terzo o quarto giorno) tendono a comparire un considerevole aumento dei valori della transaminasi, ittero, disturbi della coagulazione, ipoglicemia con possibile passaggio al coma epatico.
I sintomi della tossicità da moderata ad acuta dell'acido acetilsalicilico sono: iperventilazione, tinnito, nausea, vomito, alterazione della vista e dell'udito, vertigini e stati confusionali. In caso di avvelenamento grave si possono osservare delirio, tremore, convulsioni, dispnea, sudorazione, sanguinamenti, disidratazione, disturbi dell'equilibrio acido-basico e della composizione elettrolitica del plasma, ipertermia e coma.
I primi sintomi di un sovradosaggio acuto da caffeina sono normalmente tremore e agitazione. Questi sono seguiti da nausea, vomito, tachicardia e confusione. I sintomi causati da una grave intossicazione possono essere delirio, crisi, tachicardia sopraventricolare e ventricolare, ipocalemia e iperglicemia.
Terapia
Il trattamento deve iniziare con le normali terapie (p. es. carbone attivo, lavanda gastrica). La diuresi forzata non deve essere utilizzata dal momento che non aumenta l'escrezione di salicilato e può causare edema polmonare. Si possono somministrare infusioni di soluzioni di bicarbonato di sodio e di cloruro di potassio.
Il metabolita citotossico del paracetamolo può essere neutralizzato se possibile nelle prime 8-12 ore dall'intossicazione tramite somministrazione endovenosa di farmaci donatori del gruppo SH, quali l'acetilcisteina che dovrebbe essere utilizzata ai primi sintomi dell'intossicazione.
È raccomandabile effettuare test seriali della concentrazione plasmatica di paracetamolo e della funzione epatica.
La concentrazione plasmatica sia di acido acetilsalicilico che di paracetamolo può essere ridotta con la dialisi.
Categoria farmacoterapeutica: Analgesici e antipiretici.
Codice ATC: N02BE51 Paracetamolo, associazioni esclusi gli psicolettici.
L'acido acetilsalicilico ha azione analgesica, antipiretica e antinfiammatoria. Tali proprietà risultano principalmente dagli effetti del farmaco sulla biosintesi delle prostaglandine. Mentre l'effetto analgesico dell'acido acetilsalicilico è mediato principalmente da un'azione a livello periferico, l'effetto antipiretico dell'acido acetilsalicilico viene mediato tramite una azione diretta sui centri termoregolatori cerebrali. L'acido acetilsalicilico inibisce anche l'aggregazione piastrinica grazie al suo effetto inibitore sulla ciclo-ossigenasi dei trombociti.
Paracetamolo
Il paracetamolo ha una pronunciata azione analgesica centrale, oltre che esercitare un effetto antipiretico diretto.
Caffeina
La caffeina è un lieve stimolante ed ha proprietà analgesiche.
Associazione
L'acido acetilsalicilico e il paracetamolo hanno azioni complementari che danno effetti analgesici additivi.
L'aggiunta di caffeina aumenta l'effetto analgesico dell'acido acetilsalicilico e del paracetamolo di circa il 40%.
Acido acetilsalicilico
Dopo somministrazione orale, l'acido acetilsalicilico non dissociato, viene assorbito nello stomaco e nell'intestino e viene in parte idrolizzato in salicilato a livello della parete intestinale. Dopo l'assorbimento, l'acido acetilsalicilico è rapidamente convertito in salicilato ma nei primi 20 minuti dalla somministrazione orale, nel plasma prevale l'acido acetilsalicilico. L'acido acetilsalicilico si lega alle proteine del plasma e viene ampiamente distribuito. Le concentrazioni plasmatiche di acido acetilsalicilico diminuiscono rapidamente quando aumentano le concentrazioni plasmatiche di salicilato. L'emivita plasmatica dell'acido acetilsalicilico è di circa 15 minuti; quella del salicilato è di 2-3 ore a basse dosi. I salicilati si legano ampiamente alle proteine plasmatiche e vengono rapidamente distribuiti a livello tissutale.
I salicilati passano nel latte materno e attraversano la placenta. I salicilati, formati dalla rapida scissione dell'acido acetilsalicilico, vengono eliminati principalmente attraverso il metabolismo epatico. I principali metaboliti sono l'acido salicilurico, il glicuronide salicilfenolico, il glicuronide acilsalicilico, l'acido gentisico e l'acido gentisurico. La via metabolica che porta alla formazione dell'acido salicilurico e del glicuronide salicilfenolico, si satura facilmente seguendo la cinetica di Michaelis-Menten; le vie metaboliche alternative sono i processi di primo passaggio. Di conseguenza, le concentrazioni plasmatiche di salicilato in stato di equilibrio aumentano in maniera non proporzionale alla dose. Fino a una dose di 325 mg, l'acido acetilsalicilico viene eliminato per un processo di primo passaggio e l'emivita dei salicilati nel siero è di circa 2-3 ore; a dosi superiori, l'emivita aumenta a 15-30 ore.
Dopo una dose di 250 mg di acido acetilsalicilico, l'emivita plasmatica era di 2,8 ore; con una dose di 1 g, l'emivita sale a 5 ore, con una dose di 2 g, l'emivita sale a 9 ore.
Il salicilato viene anche escreto invariato nell'urina; la quantità escreta per questa via aumenta all'aumentare della dose e dipende anche dal pH delle urine, dato che nelle urine alcaline viene escreto circa il 30% della dose, contro il 2% della dose nelle urine acide.
Paracetamolo
Dopo somministrazione orale, il paracetamolo viene assorbito rapidamente e quasi completamente dall'intestino tenue; il picco plasmatico si verifica dopo circa 0,5-2 ore dall'ingestione. Il farmaco viene distribuito rapidamente e uniformemente nei tessuti e attraversa la barriera ematoencefalica. La biodisponibilità assoluta varia fra il 65% e l'89%, indicando un effetto di primo passaggio di circa il 20-40%. Il digiuno accelera l'assorbimento ma non influenza la biodisponibilità.
Il paracetamolo viene ampiamente metabolizzato nel fegato principalmente in acido glicuronico coniugato (circa il 60%) e acido solforico coniugato (circa il 35%), che vengono escreti completamente per via urinaria entro 24 ore. Meno del 5% del farmaco assunto viene escreto invariato. La clearance totale è di circa 350 ml/min.
L'emivita plasmatica è di circa 1-3 ore a dosi terapeutiche. L'emivita plasmatica del paracetamolo risulta prolungata nei bambini e la via metabolica predominante è la solfato-coniugazione. L'emivita plasmatica del paracetamolo risulta prolungata anche nell'epatopatia cronica.
Il legame con le proteine del plasma è basso (circa il 5%) a dosi terapeutiche.
Caffeina
La caffeina è assorbita velocemente e completamente con una emivita di assorbimento di circa 10 minuti, il picco di concentrazione è raggiunto in circa 30-40 minuti.
La caffeina si distribuisce nella maggior parte dei tessuti, attraversa la barriera ematoencefalica, la placenta ed è presente nel latte materno.
Il legame con le proteine è relativamente basso (30-40%).
L'emivita di eliminazione è abbastanza variabile (3-10 ore). La caffeina e i suoi metaboliti (xantina e derivati degli acidi urici) sono escreti principalmente attraverso i reni (86% della dose nelle 48 ore).
Associazione
L'associazione consente di ottenere l'effetto terapeutico con dosi relativamente basse dei singoli componenti, così non si è osservata una saturazione dei processi di eliminazione con il rischio di prolungate emivita o di tossicità. L'assorbimento di tutti i componenti è rapido e sono compatibili nei riguardi delle proprietà farmacocinetiche. Non sono state osservate interazioni.
La tossicità acuta orale (DL50) in roditori e non roditori oscilla fra 920 e 4000 mg/kg per l'acido acetilsalicilico, fra 760 e 3900 mg/kg per il paracetamolo e fra 155 e 2300 mg/kg per la caffeina. I principali segni di tossicità nell'animale sono emorragia e ulcere gastriche per l'acido acetilsalicilico, danni epatici con necrosi centrolobulare per il paracetamolo, e alterazioni del SNC e cardiovascolare per la caffeina. Per l'associazione acido acetilsalicilico e paracetamolo non è dimostrata una tossicità acuta sinergica. Non sono disponibili dati per la triplice associazione acido acetilsalicilico/paracetamolo/caffeina.
Nell'uomo, si è osservata intossicazione acuta da acido acetilsalicilico, paracetamolo e caffeina. La dose letale per l'acido acetilsalicilico è di 10 g e per il paracetamolo (epatossicità) è di circa 10 g. Il sovradosaggio di caffeina provoca agitazione, tremore e tachicardia.
Dosi elevate di acido acetilsalicilico e/o paracetamolo, quando siano somministrate per un lungo periodo, possono portare a lesioni renali (necrosi papillare o tubulare), ulcere gastrointestinali ed emorragie (acido acetilsalicilico) e nefrite interstiziale ed effetti epatotossici (paracetamolo). In uno studio di 26 settimane nel ratto sulla tossicità cronica con acido acetilsalicilico, paracetamolo e caffeina, si sono avuti segni di tossicità gastrointestinale acido acetilsalicilico - mediata (erosioni), anche con episodi di mortalità ma senza un potenziamento della nefrotossicità in rapporto alla somministrazione dei singoli componenti. È inoltre risultato evidente che la cinetica dell'acido acetilsalicilico e del paracetamolo non è influenzata dall'associazione dei due farmaci o dall'aggiunta della caffeina.
Una recente rivalutazione del razionale scientifico e di sicurezza che include la nefrotossicità d